CHE FINE FANNO GLI ANIMATORI?

Molte delle  persone che hanno avuto la fortuna di fare vacanze nei villaggi turistici non possono aver ignorato la figura degli animatori, ragazzi pieni di talento che rimango impressi nei ricordi dei vacanzieri al pari del mare cristallino o del sole cuocente. Molti di questi “animatori” sembra siano nati per questa professione e a vederli in una vita “civile” sembrerebbero fuoriluogo. Le cose però cambiano e anche gli animatori crescono, il lavoro più bello del mondo comincia a star stretto e il tempo è un terribile nemico. Dopo una vita nei villaggi dove ha imparato a fare un pò di tutto l’animatore si pone la fatidica domanda “COSA FARO’ NEL MIO FUTURO?”

Non esiste un termine preciso per la “voglia di sicurezze” dell’animatore, c’è chi si pone questa domanda nella fase crescente nella sua vita in villaggio e tenta le scalate della carriera diventado capo animazione, capo villaggio etc. oppure chi se la pone nella fase calante o meglio quando comincia a mancare il lavoro e le sicurezze.

Io nella mia carriera sono riuscito a “staccarmi” dalla vita dell’animatore al momento giusto per continuare un percorso parallelo sempre nei villaggi, ma non tutti hanno avuto la mia stessa fortuna. Cosa fosse successo ai miei vecchi colleghi è rimasto un mistero per molti anni, ma con l’avvento di Facebook sono rientrato in contatto con moltissimi ex-animatori, proverò quindi a fare un analisi sul DOPO-VILLAGGIO.

Qualche ex-animatore che conosco hanno fatto carriera nell’animazione, dopo tanti anni come responsabile infatti si comincia a lavorare direttamente per le agenzie e insegnare quello che si è imparato, questo lavoro non adatto a tutti però perchè per lavorare nel commercio ci vuole una certa attitudine, i più artisti difficilmente vengono assunti e ancora più raramente hanno fortuna nel mondo dello spettacolo.

Una buona parte degli animatori cerca di rimanere nell’ambiente turistico, magari staccandosi lentamente dal mondo animazione per occupare altri ruoli nei villaggi. Conosco moltissimi ex animatori che si sono messi a lavorare per società che organizzano viaggi e incentive oppure direttamente in agenzie di viaggio.

Gli animatori con la “A” maiuscola spesso portano le loro conoscienze in città con eventi creando agenzie di spettacolo, ma anche se le cose andranno bene rimarrà sempre lo spettro del villaggio dove si facevano le stesse cose, ma con molto più divertimento.

Animatori con la mentalità più imprenditoriale creano società ed aziende, ma difficilmente diventeranno persone serie, anzi metteranno nel nuovo lavoro un pò di pepe e simpatia proveniente dai villaggi.

La maggior parte degli ex-animatori però ha un duro approccio con la vita “reale”, gli anni nei villaggi diventano anni persi e il mondo del lavoro non sempre apprezza gli anni passati facendo animazione, il lavoro che è stato fatto sudando e con il cuore viene sottovalutato e confuso con chi non ha fatto niente nella vita. Molti degli animatori che hanno avuto un pò di difficoltà vedono sempre la valigia come una via d’uscita, ma il villaggio non sempre è così clemente ultimamente sopratutto con la crisi del turismo ho trovato molti dei miei ex-colleghi a casa in attesa di un lavoro e una nuova vita.

Gli ex-animatori sono comunque tra di voi, magari non gli riconosciete e possono essere confusi con persone “normali”, ma chi ha lavorato nei villaggi porta nel cuore il segreto per far sorridere la gente, un bene inestimabile che deve essere conservato vicino alla malinconia cronica della nostalgia del villaggio.

Con questo non voglio far sembrare che gli ex animatori non combinino niente… c’è chi fa carriera, chi fa soldi e chi si realizza riuscendo a sfruttare la marcia in più che il villaggio ti regala. Conosco un ex collega in particolare che dopo aver fatto l’animatore ha fatto moltissimi soldi e alla fine è diventato pure presidente del consiglio…

 

5 risposte

  1. Giò ha detto:

    Ecco, è proprio questo il mio cruccio: partire o non partire? Certo, può essere un’esperienza da ricordare, l’inizio di una carriera come animatore o non so… non sai mai dove può portarti una strada. Per chi come me lo spettacolo lo ha sempre sognato -ho 27 anni- e ha avuto esperienze in teatro o nella musica come cantante. Oggi, avendo perso il lavoro da magazziniere (sul contratto, in realtà jolly) pensavo di provare con la stagione da animatore… ma poi? Che c…o faccio? Inoltre lo stipendio, diciamolo pure, non è dei migliori, sopratutto per chi è abituato a ritrovarsi almeno 900€ al mese. Ecco, che fare? Mi butto o punto su altro? Che poi, con la terza media, la crisi e la faccia da ragazzino, chi cavolo mi prende se non i villaggi turistici? A-iu-to!!! :/

  2. Michela ha detto:

    Io ho il tuo stesso tipo di problema!!
    ho 42 anni e credo che per me ormai sia troppo tardi!! ho lo spirito di una ragazzina e spesso quando vado nei villaggi mi ritrovo ad aiutare gli animatori a chiamare le persone!! Bambini soprattutto. ho lavorato nel settore alberghiero per 7 anni e da tempo mi occupo di bambini e ragazzi della mia contrada!! Se solo non fossi stata di Siena avrei spaccato il mondo….ma il legame con questa città è e rimane troppo saldo!! Posso fare ancora qualcosa in questo senso??? Grazie a chi vorrà darmi consigli in merito

  3. Marco ha detto:

    Io sono un ex-animatore, ho lavorato in un villaggio a Creta per 3 anni. Mi è stato offerto di tornare come capo animatore in un altro villaggio, sotto la direzione della stessa agenzia di animazione per cui lavoravo prima. Ero molto tentato ad accettare, ma è iniziato a starmi stretto il fatto di fare sempre un lavoro stagionale- che si è sempre tradotto in 6 mesi di precarietà. Alla fine ho scelto di lavorare in un hotel all’estero, siccome ho imparato cosa vuol dire lavorare in hotel. Devo capire ancora se sia stata una buona scelta o no!

  4. Andrea D ha detto:

    Io ho lasciato completamente non c’è l’ho fatta.

  5. federico ha detto:

    mi sono imbattuto in questo articlo ed anche se risale a quelche anno fa e ne approfitto per fare una riflessione, vista l’attuale crisi lavorativa che penalizza soprattutto i giovani…ma come, sono tante le società che selezionano e assumono animatori turistici, le opportunità di lavoro ci sono, eppure molti giovani snobbano questo tipo di lavoro, io però vorrei far riflettere i giovani sull’utilità di lavorare come animatori turistici poiché può favorire l’accesso ad ulteriori sbocchi lavorativi ( e non mi riferisco solo a coloro che lo fanno per passione ed hanno attitudine e talento per questa professione, penso che al di là degli animatori “veri” è un’esperienza che comunque andrebbe fatta). Spesso i giovani in cerca di lavoro, sottovalutano le opportunità che possono nascere grazie al lavoro da animatore. Eppure fare un’esperienza in questo campo, forma i giovani preparandoli per un qualsiasi impiego futuro, grazie al lavoro da animatore si impara a lavorare in gruppo, a relazionarsi con gli altri e ad affrontare qualsiasi imprevisto, qualità queste, molto apprezzate dalle aziende che cercano personale. Bisogna riflettere sul fatto che “essere Animatori”, consente di entrare in contatto con tante persone, permette di conoscere e soprattutto di farsi conoscere ed apprezzare dagli altri, questo è molto importante, per chi è alla ricerca di lavoro. Io collaboro da diversi anni con http://www.Animandia.it portale internet che offre servizi e risorse nel settore e negli anni ho conosciuto tantissimi giovani che proprio grazie all’esperienza da animatori, hanno potuto inserirsi in diversi settori: vendita al dettaglio, ristorazione, reception alberghiera, formazione, immobiliare, assicurativo,spettacolo, marketing e management, centri sociali e sportivi, organizzazione eventi, ludoteche e centri prima infanzia, navi da crociera, ecc. Invito i giovani in cerca di lavoro a riflettere anche sulle opportunità che può offrire questa professione… Un saluto Federico

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